Chi l'ha visto? Lettera aperta

Lettera aperta alla Sindaca di Torino Chiara Appendino


Chi l'ha visto?


Chi ha visto il progetto culturale unitario sulla Cavallerizza Reale di Torino? E' inimmaginabile che la Giunta Appendino non ne abbia elaborato uno, proponendolo come base per la stesura del PUR (Progetto Unitario di Riqualificazione), lo strumento urbanistico realizzato dall'Arch. Magnaghi.

La nostra risposta è: nessuno l'ha ancora visto.

Chiediamo pertanto alla Sindaca di presentarlo pubblicamente al più presto in modo da:

a) valutare la sua rispondenza agli impegni presi in campagna elettorale e alle proposte fatte al Comune in questi 3 anni;
b) rivedere ed eventualmente emendare il PUR, prima che la Giunta lo adotti, in funzione della sua coerenza con la destinazione culturale unitaria del Compendio.

Come scritto il 24.10 dall'Arch. Magnaghi su la Repubblica il PUR ha incluso un'ampia gamma di destinazioni d'uso a causa della vaghezza delle indicazioni ricevute dagli Assessorati competenti e anche questo ci preoccupa: in assenza di destinazioni d'uso vincolanti e precise, altre Giunte avrebbero troppa libertà nel riorientare gli intenti originari.

La mappa apparsa il 23.10 sul Corriere con le principali destinazioni d'uso del bene UNESCO previste dal PUR solleva diversi dubbi.

Perché un progetto connotato come unitario e culturale destinerebbe la stragrande maggioranza dei 40.000 m2 ad uffici della Fondazione Compagnia di San Paolo, ad attività lucrative quali student housing privati, alberghi-hostels, un residence per abitanti temporanei (chiamato impropriamente social housing) e negozi nel suggestivo spazio delle Pagliere? Dunque, soltanto l'ex Zecca sarebbe destinata all'Università, unico chiaro uso culturale di tutto l'insieme, a parte forse il Maneggio.

Se così fosse, ci domandiamo se il Comune non stia per deliberare un PUV invece di un PUR, dove la V sta per valorizzazione. Perché tale dubbio?

a) il Protocollo d'intesa tra Comune e Cassa Depositi e Prestiti CDP del 13.9.19 impegna le parti a “perfezionare entro il 30.10.19 il Progetto Unitario di VALORIZZAZIONE [della Cavallerizza]... al fine di definire l'assetto generale del Complesso, le destinazioni d'uso, le modalità d'intervento ammesse”. Poiché oggi la parola valorizzazione ha il significato univoco di estrazione di valore (ossia denaro) da un capitale investito, chiediamo alla Sindaca se è stato un lapsus o sia proprio questo che si vuole ottenere dalla Cavallerizza;

b) con questo PUR la CDP punterà alla redditività del 7%, obbiettivo del proprio fondo FIV dedicato ad “acquisire e valorizzare patrimoni immobiliari di Enti pubblici” per “utilizzi privati e di mercato”;

c) che ne sarà della società di Cartolarizzazione del Comune CCT che nel 2010 ha comprato parte della Cavallerizza per 11 milioni con finanziamento di Intesa San Paolo e Unicredit, per rivenderla sul mercato immobiliare? Oggi è in sofferenza economica (come da bilancio 2018) e il Comune ne studia la liquidazione con consulenza dello Studio legale Hogan Lovells di Milano. E' per questo che anche le suddette Banche creditrici di CCT devono autorizzare i contenuti del PUR, come previsto dal citato Protocollo d'intesa?

Vorremmo rassicurazioni su tutti questi dubbi. O dobbiamo rassegnarci a che la storica zona di comando del sistema delle Regge sabaude sia ridotta a contenitore di un miscuglio di attività più turistiche che culturali e prevalentemente business-oriented? Se così fosse l'unica coerenza col suo nobile passato sarebbe proprio il ripristino della sua funzione di zona di comando: allora a comandare era il Re, oggi sarebbe un principe, il sistema bancario.

Enrico Bettini, Marco Brunazzi, Elisabetta Forni, Emanuele Negro, Antonio Rava, per il Gruppo di Ricerca e Progettazione della Cavallerizza (www.cavallerizzabenecomune.blogspot.com)

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