Questa dichiarazione di Gustavo Zagrebelsky, primo firmatario dell'Appello per salvare la Cavallerizza Reale, pur riferendosi ad un altro caso (l'appello di insigni costituzionalisti contro la proposta di legge costituzionale volta allo sgretolamento dell'impianto democratico della Repubblica, "La peggiore riforma") ci pare essere esemplificativa delle modalità di malgoverno, oggi molto comuni sia a livello centrale che locale, sfociante spesso in una forma di autoritarismo più o meno celato.
Ricorda Zagrebelsky:
"Una delle espressioni più ricorrenti, in questo tempo di
autoritarismo non solo strisciante ma addirittura conclamato
come virtù, è «abbiamo i voti», «abbiamo i numeri». Una concezione
della democrazia da scuola elementare! Dunque, che cosa serve
discutere? Un bel nulla.
Oltretutto, ho l’impressione che i
nostri riformatori, tronfi dei loro numeri raccogliticci in un
consesso che ha raggiunto il grado più basso di credibilità, non
agiscano in libertà, ma come esecutori di progetti che li
sovrastano, di cui hanno accettato di farsi passivi e arroganti
esecutori in nome di interessi o poco chiari, o indicibili ch’essi
riassumono nel ridicolo nome di «governabilità»: parola di cui non
conoscono nemmeno il significato. Non dissento nel merito, ma sono
certo della totale inefficacia dell’invito al confronto"
parole, queste, molto adatte a descrivere la dimensione democratica e partecipata della questione Cavallerizza Reale.
Il testo completo può essere consultato qui.
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