mercoledì 21 ottobre 2015

Zagrebelsky: riformatori questi? No, esecutori di progetti altrui

Questa dichiarazione di Gustavo Zagrebelsky, primo firmatario dell'Appello per salvare la Cavallerizza Reale, pur riferendosi ad un altro caso (l'appello di insigni costituzionalisti contro la proposta di legge costituzionale volta allo sgretolamento dell'impianto democratico della Repubblica, "La peggiore riforma") ci pare essere esemplificativa delle modalità di malgoverno, oggi molto comuni sia a livello centrale che locale, sfociante spesso in una forma di autoritarismo più o meno celato.


Ricorda Zagrebelsky:

"Una delle espres­sioni più ricor­renti, in que­sto tempo di auto­ri­ta­ri­smo non solo stri­sciante ma addi­rit­tura con­cla­mato come virtù, è «abbiamo i voti», «abbiamo i numeri». Una con­ce­zione della demo­cra­zia da scuola ele­men­tare! Dun­que, che cosa serve discu­tere? Un bel nulla.

Oltre­tutto, ho l’impressione che i nostri rifor­ma­tori, tronfi dei loro numeri rac­co­gli­ticci in un con­sesso che ha rag­giunto il grado più basso di cre­di­bi­lità, non agi­scano in libertà, ma come ese­cu­tori di pro­getti che li sovra­stano, di cui hanno accet­tato di farsi pas­sivi e arro­ganti ese­cu­tori in nome di inte­ressi o poco chiari, o indi­ci­bili ch’essi rias­su­mono nel ridi­colo nome di «gover­na­bi­lità»: parola di cui non cono­scono nem­meno il signi­fi­cato. Non dis­sento nel merito, ma sono certo della totale inef­fi­ca­cia dell’invito al con­fronto"

parole, queste, molto adatte a descrivere la dimensione democratica e partecipata della questione Cavallerizza Reale.

Il testo completo può essere consultato qui.

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