venerdì 25 agosto 2017

Né di destra né di sinistra. La Cavallerizza Reale di Torino futuro albergo (M)5S

In un articolo su il Manifesto del 7 marzo 2017 intitolato Pareggio di bilancio, la 'rivoluzione' mancata di Chiara Appendino, Maurizio Pagliassotti ha tracciato un'analisi sconfortante della Amministrazione comunale pentastellata che si conclude così:

«Da questo percorso emergono alcuni cardini culturali del M5S in salsa sabauda: la post ideologia pentastellata – non siamo di destra né di sinistra – è neo liberismo mimetizzato, dato che il dogma è rappresentato dal pareggio di bilancio da raggiungere attraverso l’austerità. In tal senso l’elettorato di movimento, dagli animalisti agli sfrattati, passando per quelli che non vogliono la privatizzazione dei beni comuni, è tutto sacrificabile. Rimane la prospettiva di lungo termine, il punto di fuga della propaganda via internet permanente, fatto di sempre nuove promesse per un futuro sempre più lontano e sempre più radioso».

Da questa premessa gli autori dell'articolo Né di destra né di sinistra. La Cavallerizza Reale di Torino futuro albergo (M)5S , pubblicato sulla Rivista online Eddyburg, hanno ricordato gli elementi essenziali dell'affaire Cavallerizza, i tentativi di privatizzazione messi in atto dalla Giunta Fassino, le speranze nel nuovo corso della Giunta Appendino ed, infine, la delusione per il sostanziale immobilismo dopo un anno dall'insediamento e per i segnali di sostanziale continuità con la Giunta Fassino nel perseguire l'obbiettivo della privatizzazione della Cavallerizza senza essere in grado di formulare un grande progetto culturale per il riuso del compendio.

Sono purtroppo sempre attuali le parole di Gustavo Zagrebelsky del 2015:

«Abbiamo un complesso monumentale straordinario che va dal Duomo all'Antico Macello: Palazzo Reale, Archivio di Stato, Teatro Regio, Zecca, Università, ex Accademia militare, scuderie….E' un complesso straordinario collocato in una linea strategica. Io mi chiedo se i nostri amministratori sappiano quali siano questi palazzi, uno collegato all'altro. Sarebbe davvero un obbrobrio pensare che lì in mezzo si facciano delle abitazioni private»

Il testo dell'articolo su Eddyburg è disponibile qui.

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